What would you like to talk about today? Di cosa vorresti parlare oggi?
I don't care. Non mi frega, John.
Ok, ma c è una canzone che vorrei che ascoltassi, e poi mi dici che ne pensi.
Tanto non la capisco.
Tu trascrivi quello che senti, e il resto lascialo come spazio vuoto. Gli spazi vuoti si possono riempire.
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Io e te, John, abbiamo trascritto migliaia di parole, migliaia di spazi vuoti.
L' adolescenza mi aveva avvelenato all improvviso, un' iniezione di frustrazione e malinconia, e tu l'avevi trasformata in una caccia al tesoro.
Troppo bella per smettere.
Quante parole da catturare e dissotterrare, e con loro anche i tratti della mia piccola personalità acerba.
Una sera camminavo al centro di Nuoro e pensavo a una delle nostre canzoni, una delle "nostre" parole, scoperte da poco. Ti avevo chiamato da una cabina sperando di trovarti a casa:
John, scusa, cosa voleva dire bearer?
Non c è problema, vuol dire il portatore. Colui che porta.
Grazie, scusa, non potevo aspettare di tornare a casa, ero troppo curiosa.
Quella curiosità di dissotterare significati mi ha portato lontano, e ho dovuto continuare la mia caccia al tesoro senza di te.
Te la raccontavo nelle email mentre mi trasformavo in donna. Tu a volte mi rispondevi con altre canzoni. Mi dicevi: questa non l' abbiamo mai ascoltata insieme Melá.
Adesso le sto ascoltando dinuovo...Questo spazio vuoto che sento ora porta il tuo nome, il nostro John, come ti ha chiamato oggi mamma, apprendendo la notizia.
Ci ritroveremo ancora dentro un sacco di parole, che mi hai insegnato tu. Di alcune ricordo il momento esatto in cui sono sbocciate in significati dentro la mia testa, piccoli fuochi di artificio a sfamare e affamare la mia curiosità.
Continuerò a cercare tesori in tuo onore, amico mio. Grazie per avermi insegnato come si fa, io non ti dimentico.